Ceà, la pianta mate, leggenda guaranì.

Un giorno Yaci, la luna, decise di scendere sulla terra perché era curiosa di vedere i fiumi, i boschi e la foresta. Veramente li vedeva da sempre però di notte non poteva distinguere il colore dei fiori né udire il canto degli uccelli che a quell’ora dormivano. Per questo passava lunghe ore nella tristezza, con la faccia pallida, conversando con i rospi. A volte si infiltrava tra le foglie degli alberi, penetrava fin dentro la foresta e andava curiosando nelle capanne degli uomini… però dormivano tutti! Yaci avrebbe voluto conversare un poco con i suoi figli, sapere come stavano e percorrere i vari luoghi che, come le diceva la nuvola Araì, erano così belli di giorno.

Decise dunque di scendere insieme con la nuvola e, per non essere riconosciute, presero forma umana trasformandosi in due belle donne.

Yaci rimase incantata a vedere le bellezze del mondo sotto la luce del giorno: il sole restituiva alle acque tutto l’azzurro del cielo, i fiori di irupè si aprivano e si tingevano di viola, giallo, rosso e altri mille colori, il canto degli uccelli riempiva di musica lo spazio. –Che meraviglia- diceva Yaci e non si stancava di guardare. Una volta stavano andando a passeggio nella foresta quando, improvvisamente vennero attaccate da un coccodrillo, ma per fortuna un uomo che passava di lì intervenne tempestivamente e trapassò l’animale con una freccia e poi con una seconda, fino ad ucciderlo.

Ma tutto accadde così rapidamente che, quando l’uomo di voltò, Yaci e Araì non c’erano più e avevano già ripreso la forma naturale e osservavano la scena dall’alto del cielo.

La stessa notte Yacì e Araì gli apparvero in sogno e gli dissero chi erano. -Vogliamo ringraziarti per quello che hai fatto, hai rischiato la vita per due donne indifese. Cercheremo per te un regalo degno del tuo nobile cuore. Domani, quando ti sveglierai, troverai una nuova pianta che chiamerai Caà. Non dimenticare che prima di usare le sue foglie devi abbrustolirle perché sono velenose. La pianta caà sarà segno di fraterna amicizia e avrà la virtù di alleviare la stanchezza e rianimare i malati. Sarà compagna nella solitudine e vincolo di amicizia tra gli uomini-. Così parlò Yaci e scomparve insieme ad Araì.

L’uomo il giorno dopo constatò con gioia che il sogno si era avverato ed era comparsa una nuova pianta proprio a fianco della sua capanna ed era la pianta caà o erba mate, conosciuta anche col nome di caà-yari e caà-guazù.